Fasi della Terapia


In linea generale la terapia classica può esser suddivisa in 4 fasi:

1) Assessment: la fase iniziale è quella di conoscenza reciproca tra la persona che inizia ad intraprendere il percorso terapeutico e il terapeuta stesso. È una fase molto importante in cui si gettano le basi per un’alleanza terapeutica solida e l’impegno reciproco nell’affrontare i problemi portati in terapia. In questa fase avviene la raccolta generale delle informazioni e la descrizione dei problemi da affrontare in terapia sia negli aspetti qualitativi e sia in quelli quantitativi. Vengono individuati i principali pensieri, distorsioni e schemi cognitivi responsabili della sofferenza dell’individuo; i principali fattori di vulnerabilità, grazie all’indagine della storia di vita, che hanno portato la persona a sviluppare l’attuale disagio; i fattori scompensanti che hanno fatto sì che alla persona venga meno la propria stabilità emotiva; ed infine vengono indagati i fattori di mantenimento, riscontrabili nelle condotte di pensiero e comportamentali, che non permettono, con la loro attuazione, la risoluzione del disturbo, anzi fanno sì che sia mantenuto nel tempo.

2) Trattamento: questa fase è la fase centrale della terapia dove si attua il cambiamento per il benessere della persona. Infatti la persona impara a modificare alcuni suoi pensieri o comportamenti disfunzionali con altri alternativi e più funzionali al proprio benessere. In questa fase viene stipulato, di comune accordo tra terapeuta e paziente, il contratto terapeutico dove all’interno del quale vengono fissati gli obiettivi da raggiungere durante il percorso terapeutico. È importante che gli obiettivi siano concreti e raggiungibili e che la persona presa in carico nella terapia sia motivata ad impegnarsi nel loro raggiungimento.

3) Conclusione: quando si ritiene opportuno che gli obiettivi della persona presa in carico siano stati raggiunti, si può passare alla fase conclusiva della terapia. In questa fase ci si prepara a far sì che l’individuo sia più consapevole che ora in avanti dipenderà da sé stesso: grazie al percorso terapeutico infatti ha imparato a conoscere le proprie vulnerabilità e meccanismi di mantenimento del proprio disagio, imparando così a modificarli apprendendo nuove strategie e tecniche di pensiero e comportamento che l’hanno fatto diventare in un certo modo “terapeuta di sé stesso”. In questa fase è anche utile fare un lavoro sulla prevenzione di possibili ricadute, questo per diminuirne la probabilità di frequenza e non catastrofizzare la situazione in caso di verifica. Qui il terapeuta assume il ruolo di “consigliere”, cioè fornisce le strategie e le tecniche più utili alla risoluzione del problema presentato in terapia, facendo affidamento alle linee guide della letteratura internazionale.

4) Follow-Up: questi incontri possono essere concordati a seguito alla conclusione della terapia, a distanza di vari mesi.  Possono essere utili per valutare l’esito e il mantenimento nel tempo dei risultati raggiunti in terapia.