Claustrofobia

Trattamento Clinico con REALTA' VIRTUALE

Definizione

La claustrofobia (dal latino claustrum, "luogo chiuso" e dal greco φόβος, phobos, "fobia") è la paura dei luoghi chiusi e ristretti come ad esempio:
- camerini
ascensori
- sotterranei 
metropolitane 
- risonanza magnetica 
 e di tutti i luoghi angusti in cui il soggetto si ritiene accerchiato e privo di libertà spaziale attorno a sé.

È una delle fobie specifiche: le persone che ne soffrono manifestano una sensazione di malessere generale  e si può manifestare con attacchi di panico, vertigini, senso di oppressione, difficoltà di respirazione, iperventilazione, sudorazione e nausea.


Criteri di definizione secondo il  DSM-5  Fobia Specifica Situazionale F40.248

A) Paura o ansia marcate verso un oggetto (auto) o situazione specifici (luoghi chiusi).

B) La situazione o l’oggetto fobici provocano quasi sempre immediata paura o ansia.

La sintomatologia che accompagna la paura di volare (e, più in generale, tutte le fobie) è piuttosto ampia e risente di una forte componente individuale. Alcune delle espressioni più frequenti sono:

  1. Tachicardia
  2. Sudorazione
  3. Vertigini
  4. Tremore
  5. Sensazioni di caldo e di freddo
  6. Aumento del ritmo respiratorio
  7. Aumento della pressione arteriosa
  8. Oppressione toracica
  9. Aumento della “vigilanza” dei sensi
  10. Cefalea
  11. Paura di perdere il controllo
  12. Diarrea
  13. Dolori addominali.
C) La situazione o l’oggetto fobici vengono attivamente evitati, oppure sopportati con paura o ansia intense.

D) La paura o l’ansia sono sproporzionate rispetto al reale pericolo rappresentato dall’oggetto o dalla situazione specifici e al contesto socioculturale.

E) La paura, l’ansia o l’evitamento sono persistenti e durano tipicamente per 6 mesi o più.

F) La paura, l’ansia o l’evitamento causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti.

G) Il disturbo non è meglio spiegato dai sintomi di un altro disturbo mentale.


Prevalenza

La claustrofobia colpisce almeno il 5% della popolazione mondiale: è una delle fobie più comuni e si manifesta come paura irrazionale degli spazi molto ristretti, accompagnata da altri sintomi come attacchi di panico.


Efficacia

La Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT) ha dimostrato ampiamente la propria efficacia pubblicando numerose prove e ricerche evidence-based.

Recentemente utili  strumenti tecnologici/digitali, come la Realtà Virtuale,  offrono vantaggi in termini di costi/tempi nei processi di esposizione.


Terapia CBT+Realtà Virtuale

Le fasi della terapia si possono così riassumere:

1) Assessment: raccolta delle informazioni utili alla comprensione del disagio;

2) Costruzione Relazione Terapeutica:

- Condivisione dello schema e dei circoli viziosi del mantenimento del problema;

- Psicoeducazione di informazioni utili alla miglior comprensione del disagio;

- Motivazione al trattamento.

3) Modificazione delle credenze patogene: attraverso tecniche di ristrutturazione cognitiva, accettazione del rischio dell’ansia/panico;

4) Gerarchia Espositiva: viene stilata una gerarchia di situazioni claustrofobiche alle quali esporsi partendo da quella meno ansiogena a quella di maggior livello;

5) Esposizione tramite REALTA' VIRTUALE + Desensibilizzazione Sistematica: attraverso questa tecnica comportamentale si desensibilizza la paura alla situazione temuta sostituendo l’ansia con una sensazione di rilassamento in un ambiente virtuale. Quest'ultimo è in grado di elicitare le stesse reazioni fisiologiche di ansia dello stimolo reale, favorendo così un processo di abituazione e desensibilizzazione allo stimolo fobico;

6) Esposizione in vivo: esposizione  alla situazione specifica temuta avvalendosi di un processo pregresso di abituazione allo stimolo;

7) Prevenzione Ricadute: attraverso la ricostruzione della storia personale e dell’incrementazione del senso di sé.