Criteri di definizione secondo il DSM-5 F.42
A) Presenza di ossessioni, compulsioni o entrambi.
Ossessioni sono definite da:
1.Pensieri, impulsi o immagini ricorrenti e persistenti, vissuti in qualche momento nel corso del disturbo, come intrusivi e indesiderati e che nella maggior parte degli individui causano ansia o disagio marcati.
2.Il soggetto tenta di ignorare o di sopprimere tali pensieri, impulsi o immagini, o di neutralizzarli con altri pensieri o azioni.
Compulsioni sono definite da:
1.Comportamenti ripetitivi (es. lavarsi le mani, riordinare, controllare) o azioni mentali (es. contare, ripetere parole mentalmente) che il soggetto si sente obbligato a mettere in atto in risposta ad un’ossessione o secondo le regole che devono essere applicate rigidamente.
2.I comportamenti o le azioni mentali sono volti a prevenire o ridurre l’ansia o il disagio o a prevenire alcuni eventi o situazioni temute.
B) Le ossessioni o compulsioni fanno consumare tempo (es. più di 1 ora al giorno) o causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti.
C) I sintomi ossessivo-compulsivo non sono attribuibili agli effetti fisiologici di una sostanza o un’altra condizione medica.
D) Il disturbo non è meglio giustificato dai sintomi di un altro disturbo mentale.
Prevalenza
La prevalenza annuale del disturbo negli Stati Uniti è dell’1,2%, con una prevalenza internazionale analoga (1,1-1,8%). Le femmine mostrano un tasso leggermente superiore rispetto ai maschi nell’età adulta.
Efficacia
Le linee guida internazionali indicano la Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT) come uno dei trattamenti più efficaci per questo tipo di disturbo e con un maggior numero di dati evidence-based di efficacia.
Recentemente utili strumenti tecnologici/digitali,
come la Realtà Virtuale, offrono vantaggi in termini di costi/tempi
nei processi di esposizione.
Terapia
Le fasi della terapia si possono così riassumere:
1) Assessment: raccolta delle informazioni utili alla comprensione del disagio;
2) Costruzione Relazione Terapeutica:
- Condivisione dello schema e dei circoli viziosi del mantenimento del problema;
- Psicoeducazione di informazioni utili alla miglior comprensione del disagio;
- Motivazione al trattamento.
3) Accettazione cognitiva della minaccia: modificazione delle assunzioni circa il proprio potere, i propri vantaggi e il proprio dovere di impegnarsi nella riduzione o azzeramento del rischio della minaccia;
4) Esposizione e prevenzione della risposta (E/RP) tramite utilizzo REALTA' VIRTUALE: accettazione di un livello più alto di rischio attraverso l’esposizione diretta alla minaccia, prima in un contesto virtuale (es. ambienti disordinati/sporchi ...) ed in seguito in un contesto di vita reale, non mettendo in atto i comportamenti compulsivi (es. lavaggio mani) responsabili del mantenimento del disagio e favorendo così il processo di abituazione alla minaccia stessa;
5) Riduzione delle assunzioni di minaccia: riduzione della percezione soggettiva di rischio e della percezione della minaccia;
6) Prevenzione Ricadute: interventi tesi alla riduzione della vulnerabilità al disturbo e alla prevenzione di possibili ricadute.