Definizione
La paura di viaggiare in treno, o meglio conosciuta come Siderodromofobia, rientra nella categoria delle Fobie e viene definita come una paura di
origine irrazionale nell'intraprendere un viaggio con un mezzo di trasporto quale il treno/tram e che produce livelli significativi di ansia.
Questa fobia può determinare attacchi di panico ed è generalmente associata a disturbi ansiogeni simili a quelli claustrofobici, come tremore, sensazione di mancanza d'aria e tachicardia.
Criteri di definizione secondo il DSM-5 Fobia Specifica Situazionale F40.248
A) Paura o ansia marcate verso un oggetto (auto) o situazione specifici (viaggiare in treno).
B) La situazione o l’oggetto fobici provocano quasi sempre immediata paura o ansia.
La sintomatologia che accompagna la paura di volare (e, più in generale, tutte le fobie) è piuttosto ampia e risente di una forte componente individuale. Alcune delle espressioni più frequenti sono:
D) La paura o l’ansia sono sproporzionate rispetto al reale pericolo rappresentato dall’oggetto o dalla situazione specifici e al contesto socioculturale.
E) La paura, l’ansia o l’evitamento sono persistenti e durano tipicamente per 6 mesi o più.
F) La paura, l’ansia o l’evitamento causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti.
G) Il disturbo non è meglio spiegato dai sintomi di un altro disturbo mentale.
Prevalenza
Alcune forme di siderodromofobia (o siderodromomorfofobia, "paura delle forme di ferro in movimento"), manifestatesi tra i passeggeri dei treni delle British Railways in seguito ai frequenti incidenti ferroviari sulle linee britanniche nella metà del XIX secolo, sono state considerate alla base delle prime diagnosi di Disturbo post-traumatico da stress "ante litteram".
Sia Gioachino Rossini che Sigmund Freud soffrivano di questa fobia.
La Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT) ha dimostrato ampiamente la propria efficacia pubblicando numerose prove e ricerche evidence-based.
Recentemente utili strumenti tecnologici/digitali,
come la Realtà Virtuale, offrono vantaggi in termini di costi/tempi
nei processi di esposizione.
Terapia CBT+Realtà Virtuale
Le fasi della terapia si possono così riassumere:
1) Assessment: raccolta delle informazioni utili alla comprensione del disagio;
2) Costruzione Relazione Terapeutica:
- Condivisione dello schema e dei circoli viziosi del mantenimento del problema;
- Psicoeducazione di informazioni utili alla miglior comprensione del disagio;
- Motivazione al trattamento.
3) Modificazione delle credenze patogene: attraverso tecniche di ristrutturazione cognitiva, accettazione del rischio dell’ansia/panico;
4) Gerarchia Espositiva: viene stilata una gerarchia di situazioni inerenti al viaggiare in treno alle quali esporsi partendo da quella meno ansiogena a quella di maggior livello;
5) Esposizione tramite REALTA' VIRTUALE + Desensibilizzazione Sistematica: attraverso questa tecnica comportamentale si desensibilizza la paura alla situazione temuta sostituendo l’ansia con una sensazione di rilassamento in un ambiente virtuale. Quest'ultimo è in grado di elicitare le stesse reazioni fisiologiche di ansia dello stimolo reale, favorendo così un processo di abituazione e desensibilizzazione allo stimolo fobico;
6) Esposizione in vivo: esposizione alla situazione specifica temuta avvalendosi di un processo pregresso di abituazione allo stimolo;
7) Prevenzione Ricadute: attraverso la ricostruzione della storia personale e dell’incrementazione del senso di sé.