Criteri di definizione secondo il DSM-5_”Disturbo da sintomi somatici” F45.1
A) Uno o più sintomi che procurano disagio o portano ad alterazioni significative della vita quotidiana.
B) Pensieri, sentimenti o comportamenti eccessivi correlati ai sintomi somatici o associati a preoccupazioni relative alla salute, come indicato da almeno uno dei seguenti criteri:
1.Pensieri sproporzionati e persistenti circa la gravità dei propri sintomi;
2.Livello costantemente elevato di ansia per la salute o per i sintomi;
3.Tempo ed energie eccessivi dedicati a questi sintomi o a preoccupazioni riguardanti la salute.
C) Sebbene possa non essere continuativamente presente alcuno dei sintomi, la condizione di essere sintomatici è persistente (tipicamente da più di 6 mesi).
Criteri di definizione secondo il DSM-5_”Disturbo da ansia di malattia”_F45.21
A) Preoccupazione di avere o contrarre una grave malattia.
B) I sintomi somatici non sono presenti o, se presenti, sono solo di lieve intensità. Se è presente un’altra condizione medica o vi è un rischio elevato di svilupparla, la preoccupazione è chiaramente eccessiva o sproporzionata.
C) È presente un elevato livello di ansia riguardante la saluta e l’individuo si allarma facilmente riguardo al proprio stato di salute.
D) L’individuo attua eccessivi comportamenti correlati alla salute (es. controlla ripetutamente il proprio corpo cercando ogni malattia) o presenta un evitamento disadattivo (es. evita visite mediche e ospedali).
E) La preoccupazione per la malattia è presente per almeno 6 mesi, ma la specifica patologia temuta può cambiare nel corso di tale periodo di tempo.
F) La preoccupazione riguardante la malattia non è meglio spiegata da un altro disturbo mentale.
Prevalenza
La prevalenza del disturbo da sintomi somatici nella popolazione generale adulta può essere di circa 5-7%. La prevalenza del disturbo d’ansia da malattia varia tra l’1,3 e il 10% nella popolazione in generale.
Efficacia
Le linee guida internazionali indicano la Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT) come uno dei trattamenti più efficaci per questo tipo di disturbo che mira ad individuare e ad interrompere le spirali viziose di mantenimento.
Terapia
Le fasi della terapia si possono così riassumere:
1) Assessment: raccolta delle informazioni utili alla comprensione del disagio;
2) Costruzione Relazione Terapeutica:
- Condivisione dello schema e dei circoli viziosi del mantenimento del problema;
- Psicoeducazione di informazioni utili alla miglior comprensione del disagio;
- Motivazione al trattamento.
3) Cambiamento credenze ipocondriache: attraverso specifiche tecniche cognitive riduzione della gravità e probabilità percepita della minaccia;
4) Accettazione del rischio di malattia: vengono considerate l’inevitabilità della minaccia, i costi dei tentativi di riduzione di questa e infine l’accettazione di una quota ragionevole di rischio.
5) Prevenzione Ricadute: interventi tesi alla riduzione della vulnerabilità al disturbo e alla prevenzione di possibili ricadute.