Criteri di definizione secondo il DSM-5
A) Ricorrenti attacchi di panico inaspettati. Un attacco di panico consiste nella comparsa improvvisa di paura o disagio intensi che raggiunge il picco in pochi minuti, periodo durante il quale si verificano 4 o più dei seguenti sintomi: palpitazioni, tachicardia, sudorazione, tremori, dispnea o sensazione di soffocamento, sensazione di asfissia, dolore o fastidio al petto, nausea o disturbi addominali, sensazione di vertigine, instabilità, svenimento, brividi o vampate di calore, parestesie (sensazioni di torpore o di formicolio), derealizzazione o depersonalizzazione, paura di perdere il controllo o impazzire o morire.
B) Almeno uno degli attacchi è stato seguito da un mese o più di uno o entrambi i seguenti sintomi:
1.Preoccupazione persistente per l’insorgere di altri attacchi o per le conseguenze.
2.Significativa alterazione disadattiva del comportamento correlata agli attacchi.
C) L’alterazione non è attribuibile agli effetti fisiologici di una sostanza o di un’altra condizione medica.
D) Gli attacchi di panico non sono meglio spiegati da un altro disturbo mentale.
Prevalenza
Nella popolazione generale, le stime di prevalenza a 12 mesi per il disturbo di panico negli Stati Uniti e in alcuni paese europei è di circa 2-3% negli adulti e negli adolescenti.
Le femmine sono colpite più spesso rispetto ai maschi con un rapporto di circa 2:1.
Efficacia
La Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT) ha dimostrato ampiamente la propria efficacia pubblicando numerose prove e ricerche evidence-based che fanno parte ormai della letteratura internazionale.
Terapia
Le fasi della terapia si possono così riassumere:
1) Assessment: raccolta delle informazioni utili alla comprensione del disagio;
2) Costruzione Relazione Terapeutica:
- Condivisione dello schema e dei circoli viziosi del mantenimento del problema;
- Psicoeducazione di informazioni utili alla miglior comprensione del disagio;
- Motivazione al trattamento.
3) Modificazione delle credenze patogene: attraverso tecniche di ristrutturazione cognitiva, accettazione del rischio dell’ansia/panico;
4) Esposizione: esposizione graduale alla situazione temuta in maniera catastrofica;
5) Prevenzione Ricadute: attraverso la ricostruzione della storia personale e dell’incrementazione del senso di sé